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Diletta Scapin
DILETTA SCAPIN

Direttore stabilimento Levissima

DENTRO LEVISSIMA: IL BATTITO DELLE ALPI CHE DIVENTA ACQUA

Immaginate di camminare nei boschi del Parco Naturale dello Stelvio, immersi nel silenzio assoluto di un luogo incontaminato. Il profumo fresco degli abeti riempie l’aria e il suono ovattato dei passi sul terreno umido accompagna ogni respiro, mentre i raggi del sole filtrano tra i rami, creando un gioco di luci che sembra sospendere il tempo. Ogni passo diventa un ritorno alle origini, un’immersione in un ambiente che nutre corpo e mente. L’aria rarefatta delle Alpi rende ogni respiro più pieno, più consapevole. È qui, in questo angolo nascosto della Valtellina, che ogni giorno nasce l’acqua minerale Levissima.

Dalle montagne che la custodiscono, l’acqua Levissima prosegue il suo viaggio fino al cuore dello stabilimento. Uno spazio che alcuni visitatori hanno potuto scoprire Durante l'open day Porte Aperte Levissima, osservandone il cuore. La temperatura fresca, l’odore della montagna, il suono dell’acqua e delle macchine in movimento hanno trasformato l’esperienza in un viaggio immersivo. Le persone di Levissima, con passione e competenza, hanno accompagnato gli ospiti lungo tutte le tappe della produzione.

STABILIMENTO LEVISSIMA

LE RADICI DELLA PUREZZA: storia e origini
La storia di Levissima affonda le sue radici all'inizio del '900, quando gli abitanti di Cepina costruirono un acquedotto per portare l’acqua cristallina delle montagne nel centro del paese. Ben presto, la straordinaria qualità di questa acqua venne riconosciuta da medici e intellettuali locali, e nel 1936 il Professor Gasparre Piccagnoni ottenne la concessione per imbottigliarla come acqua minerale naturale. Si narra che, durante una sosta a Cepina, il vescovo di Como, Monsignor Alessandro Macchi, assaggiò l’acqua e, colpito dalla sua leggerezza, esclamò: “È ottima, leggera, levissima”, da cui prese il nome l’acqua che oggi conosciamo.

Levissima continua a scorrere nel cuore delle Alpi, là dove la purezza della natura è intatta. Oggi, grazie a uno stabilimento che rispetta e vive in armonia con il territorio, quest’acqua preziosa viene resa disponibile, portando avanti un legame autentico con la Valle. Da quasi 90 anni, Levissima scorre dalle Alpi fino alle persone, portando con sè la forza del territorio e una cura che si rinnova ogni giorno.

IL CUORE DELLO STABILIMENTO: UN VIAGGIO TRA TECNOLOGIA E TRADIZIONE
Nel cuore dello stabilimento, i partecipanti hanno potuto scoprire come ogni bottiglia di Levissima prende vita. I nastri trasportatori si snodano tra i macchinari, mentre il suono ritmico del processo produttivo e il fruscio delle bottiglie in movimento sembrano rispecchiare l’incessante flusso dei fiumi e dei ghiacciai delle montagne circostanti.

CURA E PRECISIONE DETTAGLIO PRODUTTIVO

Ogni bottiglia che viene prodotta è un atto di rigenerazione", ha sottolineato Diletta Scapin, evidenziando la cura e la precisione che caratterizzano ogni fase del processo produttivo. I partecipanti hanno potuto “sentire”, in modo quasi tangibile, la cura per ogni bottiglia, dal riempimento fino alla preparazione per la distribuzione. "Ogni bottiglia che produciamo è frutto del lavoro di squadra, una squadra che sembra quasi una famiglia. Qui ci conosciamo tutti per nome, e ci prendiamo cura l’uno dell’altro."

Tradizione e innovazione si incontrano in ogni fase del processo: nei gesti che mantengono viva la semplicità di un tempo, e nelle scelte che guardano avanti con responsabilità. Come le bottiglie realizzate in r-PET, plastica riciclata, che rappresentano un impegno concreto verso la sostenibilità e il rispetto del territorio.



LA SOSTENIBILITÀ AL CENTRO
Ogni giorno, i dipendenti di Levissima affrontano le loro “piccole vette quotidiane”, spinti da una cultura del lavoro che mette al centro il territorio.

La cura e l’attenzione sono ovunque: nei gesti, nei controlli, nelle scelte operative. I visitatori hanno potuto vedere da vicino l’impegno concreto per la tutela dell’ambiente: dal monitoraggio dei ghiacciai, in collaborazione con il Dipartimento di Glaciologia dell’Università di Milano, all’uso di geotessuti bianchi per rallentare la fusione dei ghiacci.

"Il nostro impegno non si ferma alla bottiglia", ha spiegato ancora Diletta. " Non solo produciamo un’acqua pura, ma lavoriamo ogni giorno per preservare l’integrità del nostro territorio."

La sensazione che rimane è quella di trovarsi in un luogo dove la sostenibilità non è un principio, ma una pratica vissuta.

UN IMPEGNO CHE VA OLTRE LA BOTTIGLIA
La connessione tra Levissima e il suo territorio è profonda, viscerale. Le bottiglie non sono solo un prodotto, ma un simbolo di impegno, equilibrio e rispetto.

L’aria fresca che entra dalle vetrate dello stabilimento, le montagne sullo sfondo, l’attenzione con cui si muovono le persone: tutto parla della stessa cosa. Cura.

Alla fine del percorso, i partecipanti non vedevano più lo stabilimento come una semplice fabbrica, ma come un luogo vivo, dove ogni gesto e ogni bottiglia sono il frutto di un impegno profondo per la cura dell'acqua e per il nostro territorio. Come ha spiegato Diletta: “L’obiettivo di questa visita è far scoprire la cura con cui portiamo l’acqua al consumatore e il legame che ci unisce al nostro territorio, che promuoviamo con orgoglio su ogni bottiglia.”

UN IMPEGNO CHE VA OLTRE LA BOTTIGLIA


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