I benefici di un modello basato sulla circolarità sono molteplici. Dal punto di vista ambientale, si riducono le emissioni di gas serra: secondo il rapporto Ellen MacArthur Foundation, l'adozione globale dell'economia circolare potrebbe diminuire oltre 1,1 miliardi di tonnellate di CO₂ entro il 2030. In Europa i processi industriali e l'uso dei prodotti rappresentano circa il 9-10% delle emissioni totali; renderli più efficienti contribuisce a migliorare la qualità dell'aria e la salute pubblica.
In Italia, moltissime imprese hanno investito in progetti di sostenibilità e circolarità nel 2025, ottenendo vantaggi in termini di efficienza e redditività. Le aziende che adottano modelli circolari segnalano un miglioramento della competitività e della reputazione.
Sul fronte occupazionale, nell'UE (compresa l'Italia) circa 4,3 milioni di persone lavorano in settori correlati alla circular economy, il 2,1% del totale; in Italia sono 613.000, ossia il 2,4% dell'occupazione, un dato in crescita rispetto agli anni precedenti. Se consideriamo che nel solo 2022 il tasso di riciclo dei rifiuti di imballaggio in Italia ha raggiunto il 71,7%, ben oltre la media UE del 64%, notiamo come il sistema stia già operando su larga scala.
Dal punto di vista economico, nel 2022 l'Italia ha prodotto 3,7 € di PIL per ogni chilogrammo di materiale consumato, contro la media UE di 2,5 €. Questo indica un maggiore valore generato dalle risorse, grazie a una gestione più efficiente e sostenibile. Inoltre, gli investimenti in attività circolari nell'UE hanno raggiunto 121,6 miliardi di euro nel 2021, di cui 12,4 miliardi in Italia.
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